Il successo era già una questione discussa nell’800.
Victor Hugo parla di successo nel 1862 ne “I Miserabili”, volume I, cap. XII
“Riuscire: ecco l’insegnamento che cade, a goccia a goccia, a strapiombo dalla corruzione.
Sia detto di sfuggita, il successo è una cosa abbastanza odiosa.
La sua falsa somiglianza con il merito inganna gli uomini.
Per la folla, la riuscita ha quasi lo stesso profilo della supremazia.
Il successo, questo sosia del talento, ha un solo zimbello: la storia.
Ai nostri giorni una filosofia quasi ufficiale è entrata in dimestichezza con il successo.
Riuscite: è teoria.
Prosperità presuppone capacità.
Vincete alla lotteria: siete un uomo abile.
Chi trionfa è venerato.
Nascete con la camicia: tutto vi sarà dato.
Abbiate fortuna, avrete il resto; siate felice, vi crederanno grande.
L’ammirazione contemporanea non è che miopia”.