Il dado è tratto, la Casa delle Donne del Mediterraneo presto sarà realtà e sarà la prima del Sud d’Italia.
Sorgerà nel quartiere Madonella di Bari, un quartiere popolare ma non lontano dal centro della città, multietnico, particolarmente accogliente e vicino al mercato coperto, luogo di incontro e di passaggio quotidiano di tante donne.
La bella notizia è stata data in conferenza stampa venerdì 6 giugno dall’Amministrazione Comunale di Bari in intesa con gli Stati Generali delle Donne, dando finalmente ragion d’essere a un progetto atteso da anni.
Del protocollo d’intesa tra l’Amministrazione e gli Stati Generali delle Donne, a cui è stata affidata la gestione della Casa, colpisce in particolare una frase: La “Casa delle donne del Mediterraneo” luogo di scambio e di accoglienza di culture altre, generatrice di integrazione e mitigatrice della paura del diverso, dell’altro”.
Oltre ogni linguaggio burocratese, queste parole restituiscono il significato reale di “politica”, cioè di impegno condiviso per il bene comune della città e dei suoi cittadini, donne e uomini.
Gli stessi Stati Generali delle Donne sono nati, soltanto pochi mesi fa, in aprile, per avviare un percorso di sensibilizzazione sul territorio sul tema della parità di genere, a partire dall’adesione della proposta di modifica alla legge regionale sulla presenza del 50% di donne nelle liste elettorali e l’introduzione della doppia preferenza.
“Ci siamo impegnate nel dare seguito alle progettualità emerse, ribadendo l’indispensabilità di un luogo in cui le donne della città possano continuare a crescere nel dialogo, nel confronto, nella partecipazione e ci siamo comunicate l’esigenza di perseguire prioritariamente il progetto di “costruzione della nostra casa” – spiega Magda Terrevoli, una delle donne promotrici degli Stati Generali – Ci siamo aggiornate sulla richiesta inoltrata all’ Assessora al Patrimonio (Titti de Simone) che negli ultimi mesi si è occupata di censire beni pubblici da destinare a scopo sociale e che ci ha indicato eventuali sedi possibili, in attesa della strutturazione da parte del Comune di procedure per l’affidamento gratuito di beni pubblici e la creazione di spazi di democrazia partecipata”.
Sorge spontanea una riflessione sulla funzione che possano avere oggi le Case delle Donne, la maggior parte delle quali sono sorte tra la fine degli anni Settanta e Ottanta per dare continuità al movimento femminista.
Oggi rappresentano un luogo in cui dare un nuovo e aggiornato valore alla “questione femminile”, che non solo rivendichi per sé ma si apra e si proponga alla società, e soprattutto diventano portavoce della realtà di un particolare territorio e delle sue caratteristiche, fornendo così un vero e proprio servizio alle donne del luogo.
Sono laboratori di progettazione partecipata, in cui l’impegno e le esperienze di ogni associazione femminile (e non solo) possono essere valorizzate e condivise nell’interesse della crescita della cultura della partecipazione, del bene comune, del rispetto delle differenze.
Dopo quindi Milano, Roma, Pisa, Modena, Torino, Ravenna, Ferrara, Bologna, Brescia, Pesaro, Lecce, Napoli e molte altre città ancora, anche Bari avrà la sua Casa delle Donne, anzi, delle Donne del Mediterraneo.